Pensiamo al giardino come all’arte di evocare l’estetica della natura.
Lo immaginiamo come un luogo generatore di atmosfere paesaggisticamente sensibili dove natura e cultura si combinano con arte e naturalezza.
Il nostro modo di operare parte dal presupposto che ogni luogo sia essenzialmente un linguaggio che agisce su di noi con un sistema di stimoli. Attraverso questo linguaggio i luoghi non descrivono solo se stessi, ma anche il nostro più intimo rapporto con il mondo.
Questa visione progettuale ci dice che i caratteri costitutivi dei luoghi sono espressione di una vera e propria fisionomia, una proprietà che a ben vedere esprime tutta la ‘personalità’ dei luoghi come ‘tipi’ e permette di pensare ai loro caratteri come a una realtà effettuale più che materiale, ovvero una realtà che si lascia percepire non come sostanza, ma come maniera o forma espressiva di un modo d’essere .
E’ in questo senso che la lettura dei caratteri dei luoghi è una pratica fondamentale per orientare il processo creativo di un giardino o di un paesaggio, stimolando la produzione di immagini costitutivamente essenziali alla elaborazione di una poetica del progetto.
Leggere i luoghi come si fa con un testo è anche un modo per conoscere le regole sintattiche e morfogenetiche che li hanno prodotti – quelle stesse regole che i saperi e le sapienze locali hanno saputo utilizzare implicitamente, per trasformare l’immagine del mondo in quella di un immenso giardino.
Il mondo è un giardino ed è solamente facendosi giardino che lo spazio che ci circonda diventa abitabile, si fa mondo. (E. Coccia)