L’habitus dei luoghi
La vita nei luoghi si da sempre come costume, come ethos.
Sembra essere questa la verità più profonda della teoria dell’evoluzione dove, a suo tempo, con una geniale intuizione, Lamarck aveva notato che non è la natura o la forma del corpo di un individuo a dare luogo alle abitudini ma, al contrario, sono le abitudini, le maniere di vivere e le circostanze in cui si trovano gli individui, che modellano le forme del corpo.
Allo stesso modo possiamo pensare ai luoghi come a un corpo modellato dalle abitudini di chi li abita e, quindi, le abitudini non sono altro che le modalità con cui gli abitanti ‘vestono’ i luoghi per renderli abitabili come ambienti di vita.
Nella costruzione di una poetica del progetto è questo accento lamarckiano che dovremmo sforzarci di ricercare nei luoghi, perché non è la natura dei luoghi a definire le apparenze, ma è l’immagine, l’abito o il modo in cui un luogo esiste sensibilmente.
In questo senso, possiamo dire che un luogo ha la stessa natura biologica di un vivente e, come per qualunque altro organismo, anche nei luoghi tutto ciò che appare esternamente ci parla sempre di ciò che è più interno. Questa interiorità, che possiamo intendere come la <<personalità>> che si imprime su un volto e che possiamo considerare come il Sé dei luoghi, non è altro che quella favola o il mito che la forma non cessa mai di narrare.
La forma o l’eidos dei luoghi, è dunque quell’aspetto che nell’apparenza esprime la natura come un vezzo: un’abitudine o maniera dove l’identità dei luoghi si riconosce in quell’abito in cui prende forma la sua apparenza.
L’abito è quindi il modo in cui i luoghi si auto-presentano, perché è nell’apparenza delle forme, nell’habitus appunto, che si esprimono e specificano i caratteri, ed è nei caratteri che il luogo forgia la propria natura, la propria <<personalità>> come tipo.
I caratteri vitali di un luogo prendono forma nell’immagine sensibile del paesaggio, nell’estetica di un giardino, come pure nella tessitura di una trama territoriale, nella forma minuta dei paesi o nei colori e nelle forme della nostra campagna.
I caratteri specifici di un luogo, come per qualunque essere vivente, esprimono quindi l’apparenza delle forme come segreta capacità dei luoghi di trasformare la propria natura in maniera. Una modalità che ci porta a pensare ai luoghi come a un teatro naturale dove va in scena la commedia della vita: in questo senso, un paese è l’espressione del modo d’essere della comunità che lo abita, una campagna è espressione dell’arte di chi la coltiva, così come nella forma di un giardino possiamo riconoscere il modo d’essere del suo giardiniere.
Nell’aspetto dei luoghi è impressa una vera e propria poetica, che esprime il loro particolare modo d’essere.